Un giorno a Gallipoli
La Città Bella, quella kalè polis dei greci che si apre al mare nel quale è incastonata e al quale deve la sua storia, è una città che accoglie e si difende al tempo stesso, è il porto che dalla sua rada ha visto partire carichi di olio che hanno illuminato le grandi capitali europee, è l'isola che ha dato rifugio e protezione a quanti fuggivano le scorrerie sulla terraferma, è la città orgogliosa che ha affiancato Taranto e si è opposta alle legioni romane. Gallipoli ha l'odore del mare e chi la visita non potrà prescindere da questa simbiosi.
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Dal borgo all'isola - Gallipoli
Al termine di Corso Roma, all'inizio del porto vecchio detto Seno del Canneto, troviamo quello che per molto tempo è stato considerato erroneamente il più antico monumento della città. La Fontana Greca, per decenni ritenuta risalente al III secolo a.C., è in realtà un abbeveratoio cinquecentesco decorato in facciata con un trittico a bassorilievo raffigurante i miti di Dirce, Salmace e Biblide nell'atto delle rispettive metamorfosi. Da qui ci incamminiamo sul ponte ad archi del XVII secolo che congiunge il borgo moderno al centro storico arroccato su un isolotto calcareo. Il ponte e l'accesso alla cittadella fortificata sono dominati e controllati dal Castello Aragonese e dal Rivellino, una cortina che si sporge in mare in direzione della terraferma. Tali strutture, realizzate su un nucleo originario del XIII secolo, subirono importanti interventi e aggiornamenti nel Cinquecento per opera di Francesco di Giorgio Martini.
Strade, piazze e frantoi ipogei - Gallipoli
Alle spalle del castello, su Piazza Imbriani, si affaccia il mercato ottocentesco che insieme a diversi locali fa di questo piccolo slargo una cartolina della Belle Epoque. La piazza - in realtà poco più di una strada - fu concepita per dotare il centro storico di uno snodo che rendesse agevole lo spostamento nella città vecchia, dato che l'impianto urbanistico risultante dal sovrapporsi di costruzioni di varie epoche risulta tortuoso e labirintico; ciò è dovuto in parte anche a necessità difensive e all'esigenza di ripararsi dai forti venti che investono l'isolotto. Anche Piazza della Repubblica risponde ad esigenze simili: realizzata nel XVIII secolo insieme alla sistemazione di Via Antonietta De Pace che taglia in due l'abitato, doveva servire come spazio per il mercato.
Restando su Via De Pace raggiungiamo l'antico Frantoio ipogeo di Palazzo Granafei. La struttura scavata nella roccia è uno dei trentacinque frantoi seicenteschi della città e l'unico interamente restaurato e fruibile dal pubblico. Nel frantoio sono anche conservati bolle e documenti che testimoniano la grande importanza economica di questo settore: Gallipoli nel Settecento era sede della Borsa Europea dell'Olio e da qui partivano i bastimenti carichi di olio lampante destinato a illuminare le grandi capitali europee come Londra e Parigi.
La Cattedrale di Sant'Agata e le altre chiese - Gallipoli
La Cattedrale di Sant'Agata, realizzata nel XVII secolo, rappresenta uno dei principali monumenti dell'espressione barocca salentina. La costruzione, riedificata sui resti di una chiesetta romanica, si trova al centro e nel punto più alto dell'isola, sito probabilmente destinato ad area sacra sin dall'antichità. L'interno, a croce latina a tre navate con un largo transetto, si configura come una vera e propria pinacoteca della pittura barocca di scuola napoletana. Nel presbiterio delimitato da transenne marmoree, si innalza un maestoso altare maggiore intorno al quale c’è un grande coro in legno di noce. Sull'esterno della Chiesa, addossata al transetto è la settecentesca Torre dell'Orologio.
Dopo un buon pranzo a base di pesce presso il Ristorante Il Tramonto usciamo dal labirinto di vicoli e viuzze per una piacevole passeggiata lungo i bastioni sul mare. Le numerose confraternite gallipoline hanno istituito nelle chiesette poste lungo il periplo dell'isola le proprie sedi. Tra queste la Chiesa di San Francesco d'Assisi è notevole dal punto di vista architettonico: realizzata nel Seicento in luogo di una chiesa preesistente. L'interno, oltre a superbe pale d'altare, conserva uno splendido gruppo ligneo del Settecento raffigurante la Crocifissione: la statua di Misma, detta il Malladrone, è stata menzionata da Gabriele D'Annunzio per la sua “orrida bellezza”. La Chiesa di Santa Maria degli Angeli presenta un semplice prospetto con un doppio ingresso e l'immagine maiolicata della titolare con lo sfondo dell'Isola di Sant'Andrea che si trova effettivamente di fronte alla chiesa. Poco più avanti troviamo la Chiesa del Crocifisso col suo prospetto imbiancato a calce ed evidenziato da modanature architettoniche di un bel rosso mattone. Adiacente ad essa è la Chiesa di san Domenico al Rosario, con la sua facciata barocca in carparo è annessa all'ex convento dei Domenicani.
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Commenti e suggerimenti dei visitatori:
Stupenda! Ogni anno ci torno, non riesco a resistere al suo richiamo....magica!